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"FULL MONTY"

Interpreti Trama Proposta di lettura L'abbiamo discusso così

terzo film del ciclo "Disoccupati Organizzati"

Regia di Peter Cattaneo.
Gran Bretagna, 1997
durata 91'


INTERPRETI
Robert Carlyle (Gaz), Mark Addy (Dave), William Snape (Nathan), Steve Huison (Lomper), Paul Barber (Horse), Tom Wilkinson (Gerald).




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TRAMA
Sheffield è una delle numerose città industriali inglesi duramente colpita dalla recessione economica. Sei amici, un tempo colleghi di lavoro e oggi disoccupati, vivono di espedienti ormai disillusi nella speranza di trovare una nuova occupazione. Ma ecco sorgere un'idea che può risolvere i loro problemi: uno spettacolo di spogliarello maschile.

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PROPOSTA DI LETTURA
è uno dei film che più hanno fatto parlare di sé durante la scorsa stagione cinematografica. La pellicola è divertente, ben fruibile, ma rappresenta anche un esempio di bel cinema. Il regista semiesordiente Peter Cattaneo utilizza un linguaggio ironico e scanzonato per narrare una vicenda che a ben pensarci allegra non è affatto. La disoccupazione è descritta affrontandone tutte le sue sfaccettature: l'umiliazione portata dalla forzata inoperosità, la sensazione di inutilità della propria persona derivante dalla continua ricerca di un lavoro che non si trova, il frustrante spaesamento che colpisce chi si sente rifiutato da un colloquio per un lavoro per il quale ci si crede adatti. E ancora, le difficoltà del rapporto familiare, le menzogne raccontate per vergogna del proprio stato di disoccupato rendono il film tutt'altro che buonista e accomodante.

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L'ABBIAMO DISCUSSO COSI'

Grande attenzione del nostro pubblico per Full Monty e per il dibattito che ne ha seguito la proiezione.
Nelle righe che seguono cercheremo di fissare i principali spunti e le riflessioni che Mario Fassio (conduttore della serata) ha raccolto come di consueto sulla sua lavagna.
"Film fenomeno, film rivelazione" hanno scritto i vari giornali. Sicuramente quello di questa sera (ndr), è un film che ha superato il cinema divenendo un vero fenomeno di costume. Un film per molti versi controverso. Un film che una parte del nostro stesso gruppo promotore non voleva mettere in cartellone perché lo considerava dequalificante.
Qui non ci sono novità stilistiche ma tutto è sorretto da un abile sceneggiatura. Altro punto forte è il senso di verità e di naturalezza comunicato non solo dai dialoghi ma anche dal modo di recitare dei protagonisti.
Nella discussione è emersa la possibilità leggere Full Monty a vari livelli:
una piacevole commedia dal ritmo sostenuto oppure, ed è il caso di molti che lo hanno rivisto, una pellicola dalle mille sfumature, ricca di spunti.
Proprio questa sua duplicità è il vero segreto del successo avuto nelle sale.
Nessuno tra il pubblico ha trovato il film volgare. Solo la scena della donna che fa la pipì come un uomo ha suscitato un pò di fastidio. Mai però si è manifestato il cattivo gusto.
Dopo aver saggiato l'accoglienza del pubblico il dibattito si è diretto a sviscerare i numerosi spunti di cui si è appena accennato.
Innanzitutto ecco ruolo del maschio - interpretato dai 6 protagonisti, tutti così diversi fra loro, ma quasi tutti accomunati da una dipendenza quanto meno psicologica dalla donna. Qualcuno dice che l'identità dell'uomo, rimasta per millenni immutata, si sgretola come i nanetti più volte ripresi nel film.
E' proprio dalla perdita del ruolo del maschio, dal senso di debolezza e di frustrazione che pervade i protagonisti che scaturisce l'idea cardine dello strip organizzato dai 6 disoccupati come ultima speranza di un riscatto nella società che li ha emarginati.
Proprio questa soluzione così estrema e grottesca fa discutere. Sembra una favola, anche molto divertente e buffa, ma in fondo ad essa c'è un dramma. A qualcuno questa scelta amorale suscita delle perplessità. Altri dicono che i personaggi e i loro comportamenti sono volutamente caricati. Quello che, invece, vede tutti concordi è riconoscere nell'idea dello spogliarello un escamotage per raccontare una vicenda che vede maturare i 6 personaggi. Che fa assumere allo spettacolo finale dei significati molto diversi da quelli che potevano inizialmente essere i motivi di una "originale impresa" dettata esclusivamente da gravi problemi economici.
Il regista sembra guidarci, alla scoperta dei sei protagonisti, con le loro difficoltà di relazione (esemplare in questo senso è il tentato omicidio di Nathan) e debolezze. E' lo spirito di gruppo e la solidarietà che cresce lungo la storia a permettere il cambiamento dalla condizione di emarginati a quella di uomini che accettano il loro limite e ritrovano la loro dignità.
Una scena particolarmente significativa ci è sembrata quella girata nella palestra della moglie del capo-reparto dove i protagonisti si interrogano sul giudizio che le donne daranno di loro: stanno per capovolgere la tradizionale situazione in cui era l'uomo lo spettatore dello spogliarello.
Questo è un primo rivolgimento che sembra preludere a quello ben espresso nella scena finale nella quale assistiamo ad uno spettacolo in cui la componente sessuale è messa in secondo piano rispetto alla ricomposizione delle storie personali dei protagonisti; l'ennesima inversione di prospettiva: l'oggetto diventa protagonista ed il palco diventa confine fra due mondi in cui cambia il rapporto di forza fra spettacolo e spettatore.

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